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14 febbraio 2020

Tutela del made in Italy: rimosso il Bancomat del prosecco a Londra

Su iniziativa di una vineria di Londra, Vagabond Wines, è stato installato, in una via centrale della capitale dove fino a poco tempo fa c’era una macchina erogatrice di contanti di una banca, un distributore automatico di calici di prosecco, chiamato "Apm", ovvero "Automatic prosecco machine", che richiama gli "Atm", cioè le casse bancomat.

In seguito alle rimostranze del Consorzio di tutela del Prosecco Doc che ha contestato l’illegittimo riferimento alla denominazione Prosecco apparso sul distributore londinese e alle prospettive di azioni legali, non essendo prevista dal disciplinare la mescita del Prosecco con sistemi alternativi al versamento diretto del vino dalla bottiglia, gli esercenti di Vagabond Wine avevano rimosso la macchina distributrice.

Della "bank of bubbles" o bancomat delle bollicine, ne ha dato notizia anche la ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova che nel Comunicato stampa dell’11 febbraio scorso ha voluto sottolineare l'importante ruolo dei consorzi nella tutela dei prodotti italiani ed ha rilasciato la seguente dichiarazione.

"Le nostre imprese e i nostri consorzi che lavorano duramente e nelle regole si dimostrano ancora una volta i nostri alleati più preziosi per la lotta alle frodi alimentari. Abbiamo un sistema di controlli tra i migliori al mondo e questo lo dobbiamo innanzitutto proprio all'incessante lavoro di collaborazione tra Icqrf, la nostra Autorità per la lotta alle frodi e la tutela della qualità, e i produttori". Così la Ministra Teresa Bellanova commenta la rimozione delle macchine di distribuzione automatiche di vino bianco frizzante italiano, spacciato per Prosecco Dop, comparse la scorsa settimana a Londra. "Bene il prezioso e centrale ruolo di vigilanza del Consorzio del Prosecco che ha immediatamente denunciato l'accaduto e messo fine a questa frode ai danni dei consumatori inglesi", sottolinea la Ministra Bellanova. "La lotta alla contraffazione a difesa dei nostri prodotti e l'usurpazione di nomi protetti italiani è tra le nostre priorità. Sostenere sui mercati internazionali il made in Italy, le nostre Dop, Igp e Stg è essenziale se vogliamo valorizzare al meglio il Made in Italy e mantenere alta la fiducia dei consumatori. Operazioni commerciali di questo genere offendono il nostro Paese con un danno economico e di immagine, danneggiano le imprese oneste e i consumatori e mettono a repentaglio anche la sicurezza e la tutela della salute", conclude la Ministra.

Lo stesso Presidente del Consorzio di tutela del Prosecco Doc, Stefano Zanette, dopo aver affermato che si tratta di una frode evidente nei confronti dei consumatori inglesi, oltre che un serio danno di immagine per la denominazione italiana, ha infine, ribadito che, al netto di quanto accaduto nel Regno Unito, il Consorzio agirà in tutte le sedi contro chiunque, in Italia e all’estero, continuerà a somministrare del vino alla spina vendendolo come “Prosecco”, cosa non ammessa in alcun modo dal disciplinare vigente.