16 marzo 2020

La gestione della proprietà industriale nelle PMI

Le piccole e medie imprese brevettano? Come gestiscono la proprietà intellettuale rispetto alle grandi aziende e alle multinazionali?

A questi interrogativi cerca di rispondere Marcus Holgersson nell’articolo pubblicato su “R&D Management” e intitolato “Patent management in entrepreneurial SMEs: a literature review and an empirical study of innovation appropriation, patent propensity, and motives”.

L’autore ha intervistato i CEO e/o i responsabili dell’R&D di 26 PMI innovative svedesi, suddivise in tre gruppi: aziende che propongono nuovi modelli di commercializzazione e vendita dei prodotti, imprese high-tech basate su nuove tecnologie e PMI localizzate in una regione della Svezia (Gnosjö), i cui abitanti sono dotati di un elevato spirito imprenditoriale.

I manager del primo gruppo hanno dichiarato che i brevetti non sono così rilevanti per il loro modello di business, adducendo come motivazione principale gli elevati costi della brevettazione e del monitoraggio della contraffazione e la mancanza di un brevetto unitario in Europa. Gli intervistati hanno reputato più importante il time to market e l’uso del brevetto come strumento pubblicitario, per segnalare ai consumatori l’innovatività dei loro prodotti.

Per le imprese del secondo gruppo la brevettazione è stata considerata molto più importante, anche se non da un punto di vista difensivo/competitivo ma per attrarre finanziamenti (specialmente da venture capital). Alcuni manager hanno affermato che il segreto industriale e il time to market sono più rilevanti del brevetto per la competitività dell’azienda (c’è il timore che la pubblicazione favorisca la concorrenza).

L’uso dell’informazione brevettuale è incentrata sull’evitare la contraffazione ma non sul reperimento di tecnologie disponibili che potrebbero essere utilizzate direttamente oppure aggirate.

I manager del terzo gruppo di imprese hanno ritenuto che il passo inventivo richiesto per ottenere la concessione di un brevetto sia troppo modesto e che un sistema brevettuale basato più sul numero dei brevetti e non sulla loro qualità possa danneggiare le PMI, che non hanno le risorse finanziarie per fronteggiare aziende dotate di consistenti portafogli brevettuali.

Molti intervistati hanno reputato più importante il metodo di produzione (tutelabile con il segreto industriale) e la qualità del prodotto realizzato, confidando nel fatto che gli imitatori non riescano a raggiungere lo stesso livello di qualità.

Concludendo, il sondaggio effettuato ha evidenziato i seguenti svantaggi della tutela brevettuale per le PMI:

  • Risorse troppo limitate, che non consentono di sostenere gli elevati costi della procedura (deposito, prosecuzione, monitoraggio e azionamento);
  • La divulgazione di informazioni tecniche che potrebbero essere utili ai concorrenti, tramite la pubblicazione delle domande di brevetto.

Il brevetto, piuttosto che come deterrente per l’imitazione, è visto come strumento di marketing, per attrarre sia clienti sia finanziatori, e per poter consentire l’accesso a risorse e asset complementari.

 


Massimo Barbieri

Technology Transfer Office (Politecnico di Milano)